GIOVEDI’ 27 APRILE, APERIPUNX IN GABRIELE ROSA

24th
Apr. × ’17

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DOMENICA 23 APRILE, ALL’INCIAMPO OCCUPATO! HARDCORE COME BACK IN CORVETTO!

20th
Apr. × ’17

DOMENICA 23 APRILE, DALLE ORE 16 IN POI, PRESSO L’INCIAMPO OCCUPATO (MILANO/CORVETTO/PIAZZALE GABRIELE ROSA)

– Presentazione di Senza Misure: quel giorno che Cremona bruciò di gentilezza (S-edizioni 2016).
L’obiettivo non è quello di narrare e cronicizzare dei momenti specifici sotto la lente di ingrandimento,
ma di prendere quello che è successo il ventiquattro gennaio a Cremona,
cercando di mettere in discussione alcune fantomatiche certezze, volgendo lo sguardo altrove.
Un testo che non vuole mitizzare una giornata di rivolta ma vuole attraversare
un contesto di ammutinamento, elemento indelebile per vivere il lungo viaggio verso l’utopia.

– A seguire concerti benefit antifascisti/e con:

– The Arson Project (Svezia Grindcore)
– P.R.S.O.! (Croazia punk hardcore)
– Afasia ( Messina Eroic Punk Hardcore)
– Rauchers (Fastcore Garda)

ENTRATA 4 EURO – BENEFIT SPESE LEGALI

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Nella notte tra il 17 ed il 18 Febbraio 2017 in due vengono fermati mentre scrivevano sulla Sede di Casapound a Grosseto:
“Casapound è fascismo, sessismo, razzismo, omofobia e stupidità”.
Molte ore dopo il fermo, sul posto vengono trovati due petardi e un walkie talkie.
La Procura di Firenze apre per i due un’indagine per atto di terrorismo.

L’INCIAMPO OCCUPATO, PIAZZALE GABRIELE ROSA, MILANO
FERMATA Metro (m3/gialla): Corvetto; Bus 77-84-93-95

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Dopo Corvetto, un altro morto di sbirraglia.

19th
Dic. × ’14

Da notare il cambio di contesto e dell’uccisione durante l’aggiornamento delle 20:30. Il pM che seguirà il caso è l’infame che seguiva anche i compagni e che ha provato a dare l’associazione a delinquere e devastazione e saccheggio per gli scontri tra antifa e fasci a teramo. L’infame si chiama Davide Rosati.

Ad un mese esatto dall’uccisione di un bambino che doveva ancora nascere, a causa di una manganellata da parte di un infame celerino durante gli scontri susseguitisi per gli sgomberi di Corvaccio e Rosa Nera, la polizia continua ad uccidere indiscriminatamente e senza subire nessuna ripercussione. Ora basta.

 

da Riviera Oggi:

Alba Adriatica, minacciato con il coltello: carabiniere spara e uccide tunisino

Il militare ha esploso un colpo di pistola per difendersi, mirando alle gambe. Ma il proiettile ha reciso l’arteria femorale dell’aggressore, morto dissanguato.

ALBA ADRIATICA –  Un tunisino, di cui non si conoscono ancora la generalità, è rimasto ucciso oggi pomeriggio sul lungomare Marconi di Alba Adriatica (Teramo) per un colpo di pistola sparato da un carabiniere.
Secondo le prime informazioni, l’extracomunitario pare volesse aggredire con un coltello il militare che, nel tentativo di difendersi, ha mirato alle gambe recidendo però l’arteria femorale dell’uomo. Il nordafricano è morto per dissanguamento. Dalle prime ricostruzioni, sembrerebbe che i carabinieri fossero intervenuti per sedare una rissa tra tunisini in un condominio del lungomare albense. Sul posto il magistrato di turno della Procura della Repubblica di Teramo. Seguono aggiornamenti.
AGGIORNAMENTO DELLE 20.30
Si chiamava Akim Hadyi ed aveva 37 anni il tunisino morto nel pomeriggio ad Alba Adriatica. Stando alla ricostruzione dei fatti, il carabiniere che ha esploso il colpo mortale aveva fatto irruzione, insieme ad un collega, nell’appartamento di Hadyi dove quest’ultimo viveva con un connazionale. Alla vista dei militari, che stavano effettuando un controllo antidroga, il tunisino ucciso, che pare non avesse il permesso di soggiorno, avrebbe preso un coltello da cucina e si sarebbe scagliato contro i carabinieri. Uno dei due militari  ha estratto la pistola ed è partito un colpo. Inutili i soccorsi di un’ambulanza del 118 giunta sul posto. In casa sono stati rinvenuti 300 grammi di cocaina. A seguire il caso è il sostituto procuratore Davide Rosati che ha disposto l’autopsia per domani.

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Milano resiste agli sgomberi!

3rd
Dic. × ’14

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Dopo sgomberi e repressione: nuova occupazione in Corvetto

2nd
Dic. × ’14

riceviamo e diffondiamo:

 

Milano | 29/11/2014 – In attesa di maggiori informazioni, apprendiamo che nel quartiere di Corvetto è stato occupato un nuovo edificio: contro sgomberi, repressione e attacchi mediatici alla lotta autorganizzata per la casa, in piazza Ferrara c’è un neonato spazio liberato.
L’invito diffuso dagli /lle occupanti è di andare a visitare e supportare la nuova occupazione.

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Radiocane – Milano zucchero e catrame: voci da Corvetto

30th
Nov. × ’14

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Mentre a Milano proseguono le mobilitazioni dei quartieri contro il piano sgomberi delle case occupate, raccogliere le voci dei protagonisti della resistenza in corso può valere come strumento per affinare le armi dell’analisi e delle prospettive pratiche. In questo primo contributo, alcune voci dal Corvetto.

 

Ascolta il contributo.

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Video degli MCK contro gli sgomberi!

28th
Nov. × ’14

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Comunicato di Corvaccio e Rosa Nera su sgomberi, resistenza e solidarietà

27th
Nov. × ’14

094138226-d7ef684f-88f6-4203-85f3-d0326e3664b3CORVACCIO RESISTE, CORVETTO S’INFIAMMA

Comunicato per gli sgomberi del Corvaccio squat e dello spazio anarchico Rosa Nera

Un risveglio anomalo per il Corvetto martedì 18 novembre: in via Ravenna anziché cappuccino e brioche, colazione con lacrimogeni e barricate.
Sono le sette di mattina, quando il quartiere, già vigile e all’erta per la tanto annunciata “emergenza sgomberi” si accorge dell’avvicinarsi di un grande numero di camionette. Si dirigono verso via Ravenna e chiudono con mezzi e uomini due interi isolati con la chiara intenzione di sgomberare il Corvaccio e Rosa Nera. Il primo è una casa occupata in cui da oltre due anni abitano poco meno di una decina di ribelli, mentre la seconda uno spazio anarchico che da quasi otto mesi ospita concerti e aperitivi a sostegno dei prigionieri, incontri, proiezioni e assemblee su diverse tematiche di lotta, e dove a bassa velocità stanno prendendo vita anche un corso di batteria, un laboratorio di serigrafia, una palestra e un centro di documentazione.
La feroce campagna stampa, che da ormai una settimana su tutte le testate a livello nazionale dipinge quei due spazi come centri nevralgici di una fantomatica “immobiliare nera”, si rivela inconsistente in confronto alle relazioni di fiducia e condivisione, che giorno dopo giorno crescono fra gli occupanti del quartiere, ormai abituati a scendere in strada per resistere insieme agli sgomberi.

Davanti agli scimmioni con scudo e manganello si radunano immediatamente gli occupanti della zona, uomini e donne provenienti da diverse parti del mondo, bambini e bambini, ragazze e ragazzi di tutte le età. Si vedono alcuni ribelli sul tetto del Corvaccio e, dato che anche il mobilio si dimostra inaspettatamente solidale, pare che gli agenti in borghese stiano incontrando qualche difficoltà nell’entrare dentro la casa, finché i vermi non decidono di lanciare lacrimogeni all’interno delle stanze. A questa notizia i sacchi e i bidoni dell’immondizia fuori dai palazzi circostanti in attesa del ritiro settimanale finiscono sui cordoni di celere, per restituirgli un po’ del loro fetido olezzo. Mentre le persone presenti dentro la casa, alcune in manette, stanno per essere trasportate in questura, diversi bidoni e cassonetti si riversano in mezzo alla strada e s’infiammano. Per due volte si cerca di impedire l’avvicinarsi del camion dei pompieri, che il giorno precedente si sono prestati all’opera infame di aprire le case di tre compagne della zona per una perquisizione. In questo frangente le carogne avanzano, sferzando i loro manganelli senza guardare in faccia bambini e donne incinte. I presenti si radunano dietro una barricata di cassonetti già in fiamme e la raccolta del vetro e i bacchettoni dei marciapiedi frantumati vanno in loro aiuto riversandosi su caschi e scudi delle guardie. I porci in divisa rispondono con lacrimogeni ad altezza uomo, e i solidali si spostano dietro un’altra barricata di cassonetti in fiamme. Si replica la stessa scena e così ancora diverse volte finché non si giunge alla piazza centrale del quartiere, dove quel giorno c’è il mercato rionale. Durante le cariche sono stati presi due ragazzi e una ragazza. Da lì ci si muove in corteo per le vie del quartiere, attraverso il mercato, si blocca un incrocio di accesso alla zona, fino a tornare vicino al Corvaccio, dove si crea un presidio permanente. Nella casa le merde scagliano dalle finestre mobili, vestiti e tutti gli oggetti personali degli abitanti per poi caricarli in alcuni container diretti in discarica.

Durante il pomeriggio apprendiamo che le tre persone fermate nelle cariche e tre di quelli che erano dentro la casa saranno rilasciate con denuncia a piede libero, mentre gli altri tre presi al Corvaccio saranno trattenuti in arresto. Nelle prime ore di buio, scendono dal tetto senza essere identificati i tre ribelli che ancora resistevano e si uniscono al presidio, che, trasformandosi in un corteo, attraversa di nuovo le vie del quartiere e arriva a bloccare piazzale Corvetto. Da lì si riversa in metropolitana con l’intenzione di raggiungere San Vittore per portare calore ai due ragazzi arrestati il giorno precedente durante gli scontri per uno sgombero di un appartamento in Giambellino e ai tre compagni presi dentro il Corvaccio. Il corteo riemerge in piazza Duomo e, mentre percorre una delle vie del lusso del centro di Milano, si infrangono le vetrine di una decina tra banche, agenzie immobiliari e negozi. I babbuini avanzano, stringendo da entrambe i lati il corteo, che ripara una piccola traversa, e da lì scatenano, una caccia all’uomo per qualche chilometro, preceduta ancora una volta da lacrimogeni lanciati ad altezza uomo.

La mattina seguente presso il tribunale di Milano dovrebbe svolgersi il processo per direttissima ai tre dei nostri ancora in mano alle carogne, ma apprendiamo che il pm di turno ha deciso di non convalidare l’arresto e i ragazzi vengono rilasciati nelle prime ore del pomeriggio.

Solo la lotta paga.

Corvaccio Squat
Spazio anarchico Rosa Nera

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Corvetto: sul tetto, nelle strade, nei quartieri

25th
Nov. × ’14

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Quartiere Corvetto, Milano, 18 novembre 2014. Lo sgombero all’alba di due spazi occupati con cariche, lacrimogeni e arresti provoca un’immediata risposta che si diffonde nelle strade adiacenti. Nel racconto di un compagno, non solo il gusto della resistenza alla violenza poliziesca, ma anche del diffondersi di una solidarietà reciproca tra differenti quartieri popolari bersaglio di una enorme campagna contro le occupazioni.

Ascolta il contributo di Radiocane.

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Domenica 16 matineè benefit arrestati/e g8!

13th
Nov. × ’14

lungo

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